l'introduzione al film viene fatta da uno dei due curatori della retrospettiva, ed è ricca di aneddoti. Wladimir Schnejderow è una sorta di werner herzog ante litteram. è un regista perlopiù di documentari (the golden lake è il suo primo film di finzione) un po' folli: ha realizzato il primo film mai girato in sud arabia, idem nello yemen, ha girato un documentario sul primo volo della tratta mosca-tokyo (considerato talmente pericoloso che nessuno voleva essere ingaggiato nella troupe - ha dovuto lavorare da solo) e uno nel polo sud, dove ha rischiato di annegare.
solotoje osero è tutto sommato un film anche trascurabile. molto retorico, pomposo, ridondante (più volte gli stessi spezzoni vengono utilizzati-riutilizzati-ririutilizzati in momento diversi). le scene con gli attori sono talvolta girate in modo grossolano, con errori di ripresa e una recitazione quasi grottesca. quando l'eroe buono, dopo aver legato i cattivi a dei tronchi di betulla da lui precedentemente spezzati con una piccola ascia, trova anche le pepite d'oro (ovvero ciò che ha scatenato tutto il pandemonio cui il film ruota attorno) i tre cattivi gli dicono "ce l'hai fatta, ora sei anche ricco", lui prontamente ribatte fiero (gonfiando visibilmente il petto come si vede fare solo nei galli in pollaio - e notando che nel primo piano semba anche più pettinato che nel campo lungo) "questo oro non farà ricco me, ma il mio paese". lato strano invece è che la bella di turno, mariska, sia sempre lasciata da sola a saltare dai tronchi, a nuotare nelle rapide, a slegarsi dai lacci, a lottare con i cattivi, però quando alla fine sta per scendere da una comoda canoa, l'eroe protagonista non vuole che si bagni i piedi, la prende in braccio e la guarda mentre il sole splende alto nel cielo. (menzione d'onore va alle scene in cui infuria l'incendio nella foresta attorno al lago -per la cronaca era stata incendiata da uno sciamano colto da improvvise visioni-, la sensazione qui è -e presumibilmente è vera- che abbiano davvero incendiato parte di una foresta per fare quelle scene...). merita praticamente solo per i paesaggi in cui è ambientato (la fotografia è a tratti molto suggestiva).
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